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Genesi
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(Testo CEI74)

24
Matrimonio di Isacco

Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in ogni cosa. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai al mio paese, nella mia patria, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco». Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questo paese, dovrò forse ricondurre tuo figlio al paese da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guardati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha giurato: Alla tua discendenza darò questo paese, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per il mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là il mio figlio».

Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa. Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor. Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere. E disse: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e usa benevolenza verso il mio padrone Abramo! Ecco, io sto presso la fonte dell'acqua, mentre le fanciulle della città escono per attingere acqua. Ebbene, la ragazza alla quale dirò: Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponderà: Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato benevolenza al mio padrone». Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era nata a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla. La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì. Il servo allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un pò d'acqua dalla tua anfora». Rispose: «Bevi, mio signore». In fretta calò l'anfora sul braccio e lo fece bere. Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché finiranno di bere». In fretta vuotò l'anfora nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui. Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio. Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro. E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?». Gli rispose: «Io sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor». E soggiunse: «C'è paglia e foraggio in quantità da noi e anche posto per passare la notte».

Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò al Signore e disse: «Sia benedetto il Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa dei fratelli del mio padrone». La giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte queste cose. Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse fuori da quell'uomo al pozzo. Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da costui che ancora stava presso i cammelli vicino al pozzo. Gli disse: «Vieni, benedetto dal Signore! Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?». Allora l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini. Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; «Non mangerò, finché non avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Dì pure». E disse: «Io sono un servo di Abramo. Il Signore ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e schiave, cammelli e asini. Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni. E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio. Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguirà. Mi rispose: Il Signore, alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre. Solo quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se non volessero cedertela, sarai esente dalla mia maledizione. Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Signore, Dio del mio padrone Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto compiendo, ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un pò d'acqua dalla tua anfora, e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi cammelli attingerò, quella sarà la moglie che il Signore ha destinata al figlio del mio padrone. Io non avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire con l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le dissi: Fammi bere. Subito essa calò l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli darò da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli. E io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente alle narici e i braccialetti alle braccia. Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone. Ora, se intendete usare benevolenza e lealtà verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove».

Allora Làbano e Betuèl risposero: «Dal Signore la cosa procede, non possiamo dirti nulla. Ecco Rebecca davanti a te: prendila e và e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore».

Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti al Signore. Poi il servo tirò fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli disse: «Lasciatemi andare dal mio padrone». Ma il fratello e la madre di lei dissero: «Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai». Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!». Dissero allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa». Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest'uomo?». Essa rispose: «Andrò». Allora essi lasciarono partire Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini. Benedissero Rebecca e le dissero:

«Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
la porta dei suoi nemici!».

Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì. Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb. Isacco uscì sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «E' il mio padrone». Allora essa prese il velo e si coprì. Il servo raccontò ad Isacco tutte le cose che aveva fatte. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.

(Testo TILC)

24

Abramo era ormai molto vecchio e il Signore l'aveva benedetto in tutto. Perciò Abramo disse al più anziano servitore di casa sua, quello che amministrava tutti i suoi beni: - Metti la tua mano sotto la mia coscia. Devi giurarmi, per il Signore del cielo e della terra, che non farai sposare a mio figlio una donna dei Cananei, una del popolo in mezzo al quale ora abito. Andrai invece nella terra dove sono nato e sceglierai fra i miei parenti una moglie per mio figlio Isacco.
Quel servitore obiettò:
- E se quella donna non vorrà seguirmi in questo paese, dovrò portare tuo figlio nella tua terra d'origine?
Rispose Abramo:
- No! Guardati bene dal portare là mio figlio. Il Signore, il Dio del cielo e della terra, mi ha fatto uscire dalla mia casa paterna, dal mio paese. È lui che mi ha parlato e mi ha fatto questa promessa: 'Io darò questa terra ai tuoi discendenti'. Perciò lui stesso manderà il suo angelo dinanzi a te, perché tu possa trovare là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, sarai sciolto dal giuramento che mi hai fatto. In ogni caso non ricondurre là mio figlio.
Allora il servo pose la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli giurò di compiere questo incarico.

Rebecca, figlia di Betuel

Il servo di Abramo prese dieci cammelli e alcune di tutte le cose migliori del suo padrone e andò nella città dov'era vissuto Nacor, nella Mesopotamia settentrionale.
Quando vi giunse fece riposare i cammelli fuori della città, presso il pozzo. Era verso sera, l'ora in cui le donne escono per attingere acqua. Si mise a pregare: 'Signore, Dio del mio padrone Abramo, mostrati buono con lui: fammi oggi incontrare la persona giusta. Io mi fermo vicino alla sorgente dove verranno le ragazze della città per attingere acqua. Io dirò ad una di esse: Per favore, porgimi la tua anfora e fammi bere. Se risponderà: Bevi, anzi darò da bere anche ai tuoi cammelli, sia lei quella che tu hai scelto per il tuo servo Isacco. Così riconoscerò che hai mantenuto la promessa verso il mio padrone'.
Prima ancora che avesse terminato di pregare, ecco giungere Rebecca con l'anfora sulla spalla. Essa era figlia di Betuel, che era figlio di Milca e di Nacor, fratello di Abramo. Era una ragazza bellissima, vergine e non ancora sposata. Scese al pozzo, riempì l'anfora e risalì. Il servitore di Abramo le corse incontro e le disse:
- Per favore, fammi bere dalla tua anfora.
- Bevi, mio signore! - rispose. - E prontamente abbassò l'anfora e gli porse da bere.
Quando ebbe finito, gli disse:
- Attingerò acqua anche per i tuoi cammelli, finché abbiano bevuto a sufficienza.
Vuotò subito la sua anfora nell'abbeveratoio e corse di nuovo al pozzo per prendere altra acqua. Ne attinse per tutti i suoi cammelli. Intanto quell'uomo la osservava in silenzio. Si chiedeva se il Signore aveva già portato a buon fine il suo viaggio.
Quando tutti i cammelli furono abbeverati, quell'uomo tirò fuori un prezioso anello d'oro per il naso e due grossi braccialetti d'oro per i polsi. Li diede alla ragazza e le domandò:
- Dimmi, per favore, chi è tuo padre? C'é posto in casa sua per i miei uomini e per me? Possiamo passarvi la notte?
- Mio padre è Betuel, figlio di Nacor e di Milca, - gli rispose Rebecca.
E aggiunse:
- Sì! Abbiamo una gran quantità di paglia e di foraggio e anche molto posto per dormire.
Allora quell'uomo si inginocchiò e adorò il Signore. Disse: 'Benedetto sia il Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha smesso di essere buono e fedele verso di lui. Ha guidato i miei passi dai parenti del mio padrone'.

Trattative di matrimonio

Intanto la ragazza era corsa in casa a raccontare l'accaduto a sua madre.
Rebecca aveva un fratello che si chiamava Labano. Egli vide l'anello e i braccialetti che sua sorella portava. L'ascoltò mentre raccontava ciò che quell'uomo le aveva detto. Poi corse fuori alla sorgente, incontro a lui. Egli se ne stava ancora vicino al pozzo, accanto ai cammelli. Gli disse: 'Perché te ne stai qui fuori? Vieni dentro, benedetto dal Signore. Ho già preparato la casa e anche il posto per i cammelli'.
Labano tolse il carico ai cammelli e diede loro paglia e foraggio. Intanto l'uomo entrò in casa e recarono a lui e ai suoi compagni di viaggio l'acqua per lavarsi i piedi. Poi gli fu portato da mangiare, ma egli disse:
- Prima di mangiare devo dirvi una cosa.
- Parla pure, - gli risposero.
- Io sono un servitore di Abramo, - disse. - Il Signore ha largamente benedetto il mio padrone. Lo ha fatto potente, Io ha arricchito di pecore e buoi, argento e oro, servi e serve, cammelli e asini. E Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito nella sua vecchiaia un figlio al quale egli ha lasciato tutti i suoi beni. Il mio padrone mi ha fatto fare questo giuramento: 'A mio figlio non darai in moglie una Cananea, una donna di questa regione dove ora sto. Piuttosto devi andare alla casa di mio padre, tra i miei parenti, e lì sceglierai una moglie per mio figlio'. Allora io ho detto al mio padrone: 'E se quella donna non vuole seguirmi?'. Egli mi ha risposto: 'Io ho sempre fatto la volontà del Signore, perciò egli manderà con te il suo angelo che condurrà a buon esito il tuo viaggio. Così potrai trovare per mio figlio una moglie tra i parenti della casa di mio padre. Sarai sciolto dal giuramento solo dopo essere andato dai miei parenti. Se poi non vorranno darti una sposa, sarai ugualmente libero dal giuramento'. Ebbene oggi, quando sono arrivato alla sorgente, ho detto: 'Signore, Dio del mio padrone Abramo, se veramente vuoi che il mio viaggio giunga a buon fine, ascoltami: io mi metto qui vicino alla sorgente; quando una ragazza verrà per attingere acqua, io le dirò: 'Dammi da bere un po' d'acqua dalla tua anfora'. Se mi risponderà: 'Bevi pure; anzi, attingerò acqua anche per i tuoi cammelli', sia lei la moglie che tu, Signore, hai destinato al figlio del mio padrone'.
Non avevo ancora finito questa preghiera quando esce Rebecca con l'anfora sulle spalle, scende alla sorgente e prende acqua. Io le dico: 'Per favore, dammi da bere'. Subito lei si toglie l'anfora dalla spalla e mi dice: 'Bevi! Anzi, darò da bere anche ai tuoi cammelli'. Io ho bevuto, poi lei ha abbeverato i cammelli. Poi le ho chiesto: 'Di chi sei figlia?'. 'Di Betuel, - mi ha risposto, - il figlio di Milca e di Nacor'. Allora io le ho messo l'anello al naso e i braccialetti ai polsi. Poi mi sono inginocchiato e ho adorato il Signore. Ho ringraziato il Signore, il Dio del mio padrone Abramo, che mi ha guidato sulla giusta via per prendere come sposa al figlio del mio padrone la figlia di suo fratello.
Ora, dunque, se avete intenzione di essere benevoli e generosi verso il mio padrone, fatemelo sapere, oppure ditemi se non siete d'accordo. In tal caso mi rivolgerò altrove.
Allora Labano e Betuel risposero:
- Se così vuole il Signore, noi non possiamo dirti né sì né no. Ecco, Rebecca è qui davanti a te. Prendila e va'! Diventi la moglie del figlio del tuo padrone, secondo la volontà del Signore.
Appena udite le loro parole, il servitore di Abramo si inchinò fino a terra e ringraziò il Signore. Tirò fuori oggetti d'argento e d'oro e alcuni vestiti e li diede a Rebecca. Anche al fratello e alla madre di Rebecca donò oggetti preziosi. Poi lui e quelli che l'accompagnavano mangiarono e bevvero e trascorsero lì la notte. Al mattino, appena alzato, egli disse:
- Ora lasciatemi tornare dal mio padrone.
Ma il fratello e la madre di Rebecca risposero:
- Lascia che la ragazza resti ancora un po' con noi, almeno una diecina di giorni, poi te ne andrai.
- Non mi trattenete! - egli rispose. -Visto che il Signore ha fatto riuscire bene il mio viaggio, lasciatemi partire e tornare dal mio padrone.
Allora essi dissero:
- Chiamiamo la ragazza e domandiamolo direttamente a lei.
Chiamarono Rebecca e le chiesero: - Vuoi partire subito con lui?
- Si! - rispose.
Allora lasciarono che Rebecca, loro sorella, insieme con la sua balia, partisse con il servitore di Abramo e quelli che l'accompagnavano. Benedissero Rebecca con queste parole:
'Possa tu, sorella nostra,
avere una numerosissima discendenza.
Possa la tua discendenza
sconfiggere i suoi nemici'.
Allora Rebecca si alzò. Lei e le sue serve salirono sui cammelli e si avviarono dietro a quell'uomo. Partirono tutti.

Rebecca diventa moglie di Isacco

Isacco se ne tornava dal pozzo di Lacai-Roi. Infatti abitava nella regione del Negheb. Era uscito al tramonto, per svagarsi in campagna. Alzati gli occhi, vide che si avvicinavano dei cammelli. Anche Rebecca alzò lo sguardo e vide Isacco. Si lasciò scivolare giù dal cammello e chiese al servitore:
- Chi è quell'uomo che ci viene incontro?
- È il mio signore, - rispose.
Allora Rebecca si coprì con il suo velo. Il servitore raccontò a Isacco tutto quello che aveva fatto. Isacco condusse Rebecca nella tenda che prima era stata di sua madre Sara. La sposò e la amò. Così Isacco ebbe conforto dopo la morte di sua madre.

(Testo CEI2008)

24
Matrimonio tra Isacco e Rebecca

Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco». Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: «Alla tua discendenza darò questa terra», egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio». Il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli prestò così il giuramento richiesto.
Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò in Aram Naharàim, alla città di Nacor. Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere. E disse: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e usa bontà verso il mio padrone Abramo! Ecco, io sto presso la fonte dell'acqua, mentre le figlie degli abitanti della città escono per attingere acqua. Ebbene, la ragazza alla quale dirò: «Abbassa l'anfora e lasciami bere», e che risponderà: «Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere», sia quella che tu hai destinato al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato bontà verso il mio padrone».
Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era figlia di Betuèl, figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla. La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo si era unito a lei. Ella scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì. Il servo allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora». Rispose: «Bevi, mio signore». In fretta calò l'anfora sul braccio e lo fece bere. Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché non avranno finito di bere». In fretta vuotò l'anfora nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui. Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio.
Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo mise alle narici, e alle sue braccia mise due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro. E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?». Gli rispose: «Io sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor». E soggiunse: «C'è paglia e foraggio in quantità da noi e anche posto per passare la notte».
Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò al Signore e disse: «Sia benedetto il Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare bontà e fedeltà verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa dei fratelli del mio padrone». La giovinetta corse ad annunciare alla casa di sua madre tutte queste cose. Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse fuori da quell'uomo al pozzo. Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così mi ha parlato quell'uomo», andò da lui, che stava ancora presso i cammelli vicino al pozzo. Gli disse: «Vieni, benedetto dal Signore! Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?». Allora l'uomo entrò in casa e Làbano tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini. Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse: «Non mangerò, finché non avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Di' pure».
E disse: «Io sono un servo di Abramo. Il Signore ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e schiave, cammelli e asini. Sara, la moglie del mio padrone, quando ormai era vecchia, gli ha partorito un figlio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni. E il mio padrone mi ha fatto giurare: «Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio». Io dissi al mio padrone: «Forse la donna non vorrà seguirmi». Mi rispose: «Il Signore, alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie per mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre. Solo quando sarai andato dalla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se loro non volessero cedertela, tu sarai esente dalla mia maledizione». Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, se tu vorrai dare buon esito al viaggio che sto compiendo, ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora, e mi risponderà: Bevi tu e ne attingerò anche per i tuoi cammelli, quella sarà la moglie che il Signore ha destinato al figlio del mio padrone». Io non avevo ancora finito di pensare a queste cose, quand'ecco Rebecca uscì con l'anfora sulla spalla, scese alla fonte e attinse acqua; io allora le dissi: «Fammi bere». Subito lei calò l'anfora e disse: «Bevi; anche ai tuoi cammelli darò da bere». Così io bevvi ed ella diede da bere anche ai cammelli. E io la interrogai: «Di chi sei figlia?». Rispose: «Sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca ha partorito a Nacor». Allora le posi il pendente alle narici e i braccialetti alle braccia. Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone. Ora, se intendete usare bontà e fedeltà verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove».
Allora Làbano e Betuèl risposero: «La cosa procede dal Signore, non possiamo replicarti nulla, né in bene né in male. Ecco Rebecca davanti a te: prendila, va' e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore».
Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti al Signore. Poi il servo estrasse oggetti d'argento, oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli disse: «Lasciatemi andare dal mio padrone». Ma il fratello e la madre di lei dissero: «Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai». Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!». Dissero allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa». Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest'uomo?». Ella rispose: «Sì». Allora essi lasciarono partire la loro sorella Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini. Benedissero Rebecca e le dissero:

«Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
le città dei suoi nemici!».

Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, salirono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì. Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.

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